Lo scorso venerdì 29 novembre 2024, il Parlamento australiano ha approvato una nuova legislatura, la quale introdurrà nel paese il divieto d’utilizzo dei social media per tutti i minori di 16 anni.
L’introduzione della norma è stata fortemente promossa dall’attuale Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, per garantire una maggiore tutela ai giovani in quelle che, come indicato nel comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale, vengono considerate fasi critiche del loro sviluppo:
Abbiamo approvato importanti leggi per garantire la sicurezza dei nostri figli online. I social media stanno facendo del male ai nostri figli. Abbiamo detto basta. Vogliamo che i nostri figli abbiano un’infanzia felice e che i genitori sappiano che li sosteniamo.
Volontà ribadita dal Ministro delle Comunicazioni australiano, Michelle Rowland, che ha inoltre aggiunto:
Il governo Albanese è deciso nel suo impegno a garantire la sicurezza dei bambini online e l’approvazione di questa fondamentale legislazione è solo una delle modalità con cui stiamo rispettando questo impegno.
Abbiamo ascoltato i giovani, i genitori e gli assistenti, gli esperti e l’industria nello sviluppo di queste leggi epocali per garantire che siano incentrate sulla protezione dei giovani, non sul loro isolamento.
Governare bene significa affrontare riforme difficili: sappiamo che queste leggi sono una novità, ma non fare nulla non è semplicemente un’opzione.
Nei prossimi 12 mesi, lavoreremo a stretto contatto con il settore e gli esperti per garantire che l’età minima venga implementata in modo efficace, sulla base dei risultati dell’Age Assurance Technology Trial attualmente in atto.
Nello specifico, come indicato nel disegno di legge, tra le varie piattaforme soggette a tale divieto troviamo Snapchat, Tik Tok, X, Instagram e Facebook.
Invece, non è previsto alcun inasprimento nelle restrizioni d’uso per Youtube, in quanto incluso tra i servizi o le app impiegabili “a scopi didattici o di supporto sanitario”, assieme a Headspace, Kids Helpline e Google Classroom. Per i minori di 16 anni, rimane consentito anche l’accesso alle piattaforme di messaggistica e i giochi online.
L’onere del funzionamento delle nuove norme sulla sicurezza online, però, non spetterà ai genitori o i giovani australiani, bensì alle stesse piattaforme, che dovranno garantire misure ragionevoli affinché queste protezioni vengano applicate correttamente.
Per quanto riguarda la verifica dell’età minima durante la registrazione ai suddetti social media, il disegno di legge chiarisce che nessun australiano sarà costretto a usare la propria identificazione governativa (inclusa l’ID digitale) per accedervi.
Anche in questo caso, le piattaforme dovranno dunque essere in grado di fornire metodi alternativi e ragionevoli agli utenti per dimostrare di poterne usufruire. Inoltre, queste saranno tenute a proteggere e in seguito distruggere tutti i dati raccolti una volta impiegati per garantire il rispetto dei requisiti minimi d’età.
Qualora le piattaforme indicate dovessero venir meno a tali disposizioni, il governo Albanese ha previsto multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (quasi 30,5 milioni di euro secondo il cambio vigente in data odierna, 2 dicembre 2024) per “violazioni sistemiche”, tra cui quella del “Privacy Act”.
Infine, il comunicato congiunto del Primo Ministro, Anthony Albanese, e del Ministro della Comunicazione, Michelle Rowland, specifica che le nuove leggi saranno reattive alle future innovazioni tecnologiche e che entreranno in vigore entro 12 mesi dall’approvazione del disegno di legge, così da concedere alle piattaforme coinvolte il tempo necessario per adattarsi correttamente ad esse.
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