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Telegram, il fondatore Pavel Durov chiarisce alcuni aspetti sulla sicurezza della piattaforma

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Nella giornata di oggi, 2 Ottobre 2024, il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha rilasciato una nuova dichiarazione allo scopo di chiarire alcuni punti sollevati in un precedente post, in cui ha annunciava diverse novità per quanto riguarda la sicurezza sulla piattaforma, tra anche cui un’aggiornamento dei Termini Servizio, adesso uniformi in tutti i Paesi in cui è attivo il social.

Nello specifico, in un post pubblicato il 23 Settembre 2024 sul suo canale ufficiale di Telegram, Durov aveva annunciato che le nuove Politiche sulla Privacy prevedono anche la possibilità di condividere con le autorità competenti gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti che violano le regole della piattaforma, previe valide richieste legali.

Riprendendo quanto annunciato nei giorni precedenti, il CEO di Telegram si è quindi fatto sentire anche nelle scorse ore, al fine di fare alcune precisazioni e ribadire come la piattaforma abbia da sempre adottato questa politica contro le attività illecite.

Secondo Durov, infatti, Telegram è in grado di rivelare gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti alle autorità che li richiedono già dal 2018. Non si tratta quindi di una novità introdotta con l’aggiornamento dei Termini di Servizio della settimana scorsa, che ha invece soltanto “semplificato e uniformato nei diversi Paesi” la Politica sulla Privacy adottata dalla piattaforma.

Nel suo ultimo post, Pavel Durov ha anche condiviso alcuni dati relativi al numero di richieste legali, per le informazioni degli utenti, processate nel 2024 in vari Paesi. In Europa, in particolare, nel terzo trimestre del 2024 Telegram ha registrato un aumento del numero di richieste legali valide pervenute, in quanto, a detta del CEO, “un maggior numero di autorità dell’UE ha iniziato a utilizzare la linea di comunicazione corretta per le proprie richieste”.

Di seguito, si riporta integralmente il post che Pavel Durov ha pubblicato oggi, 2 Ottobre 2024, sul suo canale ufficiale di Telegram:

Il mio post precedente poteva sembrare che annunciasse un cambiamento importante nel funzionamento di Telegram. Ma in realtà non è cambiato molto.

Già dal 2018, Telegram è in grado di rivelare alle autorità gli indirizzi IP e i numeri di telefono dei criminali, secondo quanto previsto dalla nostra Politica sulla Privacy nella maggior parte dei Paesi.

Ogni volta che ricevevamo una richiesta legale adeguatamente formata attraverso le linee di comunicazione pertinenti, la verificavamo e rivelavamo gli indirizzi IP e i numeri di telefono di pericolosi criminali. Questo processo era già in atto da molto tempo prima della scorsa settimana.

Il nostro bot @transparency dimostra esattamente questo. Questo bot mostra il numero di richieste elaborate per i dati degli utenti.

Ad esempio, in Brasile abbiamo divulgato i dati relativi a 75 richieste legali nel primo trimestre (Gennaio-Marzo) del 2024, 63 nel secondo trimestre e 65 nel terzo trimestre. In India, il nostro mercato più grande, abbiamo soddisfatto 2461 richieste legali nel primo trimestre, 2151 nel secondo trimestre e 2380 nel terzo trimestre.

In Europa, nel terzo trimestre abbiamo registrato un aumento del numero di richieste legali valide ricevute. Questo aumento è stato causato dal fatto che un maggior numero di autorità dell’Unione Europea ha iniziato a utilizzare la linea di comunicazione corretta per le proprie richieste, quella prevista dalla legge DSA. Le informazioni su questo punto di contatto sono state rese pubbliche sin dall’inizio del 2024 a chiunque abbia consultato il sito web di Telegram o abbia cercato su Google “Telegram EU address for law enforcement”.

Per ridurre la confusione, la scorsa settimana abbiamo semplificato e unificato la nostra Politica sulla Privacy nei diversi Paesi. Ma i nostri principi fondamentali non sono cambiati. Abbiamo sempre cercato di rispettare le leggi locali in materia, purché non fossero in contrasto con i nostri valori di libertà e privacy.

Telegram è stato costruito per proteggere gli attivisti e le persone comuni dai governi e dalle aziende corrotte: non permettiamo ai criminali di abusare della nostra piattaforma o di eludere la giustizia.

Si ricorda, come già raccontato da TelefoniaTech, che il 24 Agosto 2024 Pavel Durov è stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget, a Parigi, appena rientrato in Francia dopo un viaggio in Azerbaigian. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’indagine preliminare, per la quale era stato emesso un mandato di arresto che poteva essere eseguito solo una volta che Durov si fosse trovato nel Paese.

Le accuse mosse contro il fondatore di Telegram riguardavano proprio l’operato della sua piattaforma di messaggistica, che secondo gli inquirenti francesi sarebbe priva di adeguate misure di moderazione e non collaborerebbe sufficientemente con le forze dell’ordine.

Nei giorni successivi, Durov è stato poi rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro, con il divieto di lasciare la Francia e l’obbligo di presentarsi due volte a settimana presso una stazione di polizia. Sul CEO vertono attualmente un totale di 12 capi d’accusa, legati alla sua attività come Amministratore Delegato di Telegram, che secondo gli inquirenti francesi avrebbe facilitato attività come traffico di droga, frodi, terrorismo, riciclaggio di denaro e diffusione di contenuti criminali, inclusi quelli con soggetti minorenni.

Il 5 Settembre 2024, con un altro post sul suo canale Telegram, Pavel Durov ha esposto la sua posizione sulle accuse mosse dalle autorità francesi, spiegando che Telegram ha un rappresentante ufficiale nell’Unione Europea che gli inquirenti avrebbero potuto facilmente contattare. Durov, inoltre, ha ritenuto non corretto l’uso di “leggi obsolete” per perseguire personalmente un CEO per l’uso che si fa della sua piattaforma, sottolineando come questo approccio possa ostacolare l’innovazione tecnologica.

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