Assoprovider dichiara di essere stata multata da AGCOM per ostacolo a Piracy Shield

Creata petizione contro il blocco di siti non pirata. Intanto Mediaset aderisce alla piattaforma

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Oggi, 4 Aprile 2024, Assoprovider ha reso noto di aver ricevuto una multa dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che ha ritenuto responsabile l’Associazione di aver ostacolato le attività di vigilanza della piattaforma Piracy Shield.

Il provvedimento, ha spiegato l’Associazione degli Internet Service Provider sanzionata, giunge in particolare dopo il rifiuto da parte di AGCOM di fornire gli accessi agli atti del nuovo sistema antipirateria, istituito dall’Autorità lo scorso 5 Dicembre 2023 con la Delibera n. 321/23/CONS, in ottemperanza di quanto previsto dalla Legge 14 luglio 2023, n. 93 e dalla Delibera della stessa AGCOM n. 189/23/CONS.

Come già raccontato da TelefoniaTech, Piracy Shield è una piattaforma progettata per contrastare la pirateria online, il cui funzionamento si basa su un sistema machine to machine, mediante il quale i titolari dei diritti, che solitamente sono aziende private, possono inoltrare delle segnalazioni al sistema, da accompagnare a un adeguato corredo probatorio.

Queste segnalazioni vengono poi indirizzate automaticamente agli ISP (Internet Service Provider), i quali hanno l’onere di provvedere al blocco dell’indirizzo IP o dell’FQDN entro i successivi 30 minuti, bloccando ogni possibile accesso al sito web che trasmetteva contenuti in violazione alle leggi sul diritto d’autore.

Secondo Assoprovider, tuttavia, nel corso di questi primi mesi di attività della nuova piattaforma, i blocchi sembrano aver coinvolto anche soggetti estranei alle attività di pirateria. Per questo motivo, l’Associazione aveva richiesto all’AGCOM la lista dei provvedimenti di inibizione all’accesso.

Delle richieste analoghe, ha spiegato Assoprovider, sono state respinte anche nei confronti di alcuni cittadini, coinvolti da quelli che l’Associazione ha definito i “blocchi indiscriminati” attuati dal sistema Piracy Shield.

Come ribadito dalla stessa Associazione, Assoprovider ha fin dall’inizio mantenuto una posizione contraria all’utilizzo della piattaforma con diverse iniziative, tra cui anche un ricorso al TAR.

L’Associazione degli Internet Service Provider, in particolare, ha reso noto di aver chiesto spiegazioni all’AGCOM del perché, a detta di Assoprovider “senza alcun motivo reale”, dovesse fornire a un certo punto la lista dei provider italiani.

Secondo l’Associazione, infatti, questi dati sono già in possesso dell’AGCOM, in quanto gestore del Registro Pubblico degli Operatori di Comunicazione (ROC) e che conosce, come affermato nelle proprie memorie difensive davanti al TAR del Lazio, i dati di identificazione di tutti gli operatori di rete e servizi di comunicazione.

In dubbio sul funzionamento di Piracy Shield è anche l’Unione Nazionale dei Consumatori, che già il 29 Marzo 2024, tramite le parole del Presidente Massimiliano Dona, aveva chiesto spiegazioni all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori, a differenza di altri Organismi, che quando oscurano un sito illegale fanno anche un comunicato stampa con l’elenco dei siti oscurati, anche per consentire un eventuale diritto di difesa agli interessati, sembra che l’AGCOM, invece, adotti il provvedimento cautelare senza alcuna possibilità di contraddittorio.

L’Autorità, come spiegato da Massimiliano Dona, consente in particolare di presentare un reclamo entro cinque giorni dalla pubblicazione della lista dei blocchi effettuati sul suo sito web, dove però, ha affermato il Presidente dell’Unione Nazionale dei Consumatori, non viene riportato nessun elenco dei siti oscurati, ma solo il numero dei blocchi giorno per giorno.

Anche Cloudflare, società americana di content delivery network, servizi di sicurezza Internet e DNS distribuiti, si è detta in disaccordo con le attività dell’AGCOM nell’ambito di Piracy Shield, dopo che lo scorso 24 Febbraio 2024, la piattaforma contro la pirateria online ha bloccato l’indirizzo IP 188.114.97.7 utilizzato dalla CDN Cloudflare, causando l’oscuramento di tutti i siti serviti tramite il suddetto IP.

In seguito a quest’ultimo incedente, la community di FibraClick, in collaborazione con altre aziende e organizzazioni quali HyperBit SRLs, OpenMF e Osservatorio Nessuno OdV, ha realizzato il progetto “Lettera aperta contro gli eccessi di Piracy Shield”, una raccolta firme (ecco il link diretto) con l’obiettivo di proporre una riforma della piattaforma istituita dall’AGCOM, al fine di renderla più neutrale e trasparente.

Nel frattempo, sempre nella data di oggi, 4 Aprile 2024, Mediaset ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa dell’AGCOM, aderendo alla piattaforma Piracy Shield in quanto titolare di diritti d’autore.

Con il suo sostegno al progetto, Mediaset ha dichiarato “tolleranza zero” verso ogni forma di pirateria online. Un impegno, per l’emittente televisiva, che si concretizza con l’applicazione delle nuove disposizioni legislative contro la pirateria, particolarmente rilevanti, a sua detta, nel contesto delle partite di Coppa Italia.

Come reso noto dalla stessa Mediaset, in particolare, solo nell’ultimo turno di Coppa Italia, su iniziativa dell’azienda, sono stati bloccati 67 tra siti web ed IPTV, che trasmettevano illegalmente le partite in diretta.

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