Nuovo emendamento approvato al DDL: sarà la fine delle offerte Operator Attack?
Nei giorni appena trascorsi è passato un nuovo emendamento riguardante le offerte di tipo Operator Attack nell’ambito della telefonia mobile. L’emendamento in questione, approvato al DDL Concorrenza, potrebbe proprio portare alla fine delle offerte di questo tipo.
Per chi non lo sapesse con il termine offerte di tipo Operator Attack si fa riferimento a una tipologia di offerte telefoniche “underground” riservate esclusivamente a utenti provenienti da altri operatori telefonici.
Offerte di questo tipo sono appositamente mirate a sottrarre utenti alla concorrenza. Come trattato precedentemente da TelefoniaTech, l’Antitrust si è già dimostrato contrario a offerte di questo tipo nell’ambito della predisposizione della Legge annuale sulla Concorrenza.
Proposto dalla Commissione Commercio, Industria, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato, l’emendamento in questione segue le indicazioni proposte proprio dall’Antitrust, che riguardo ai servizi di comunicazione elettronica proponeva al Governo il divieto di effettuare offerte di tipo Operator Attack, oltre ad innalzare i limiti italiani alle emissioni elettromagnetiche.
Tale proposta ha l’obbiettivo di prevenire ipotetiche discriminazioni in ragione del fornitore di provenienza, e quindi impedire condotte commerciali rese possibili solo in virtù della conoscenza di informazioni disponibili per alcuni operatori, così da non portare a un progressivo deterioramento del livello di concorrenza nei servizi di telefonia mobile.
Stando al parere di AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), il metodo ritenuto più rapido ed efficace per vietare offerte di questo tipo sarebbe l’introduzione di una norma apposita.
Proprio per motivare tale proposta, l’Antitrust ricordava di aver ricevuto negli ultimi anni segnalazione di offerte Operator Attack particolarmente aggressive praticate dagli operatori e destinate ai clienti provenienti da concorrenti minori.
Lo stesso AGCM specificava che si tratta di offerte mirate in particolare ai clienti di operatori virtuali (MVNO) o comunque ai clienti di operatori di telefonia recentemente entrati sul mercato, ai quali vengono proposti prezzi più bassi e giga aggiuntivi. Quest’ultima sostiene inoltre che l’utilizzo di offerte di questo tipo può avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza, contribuendo a bloccare o rallentare la crescita di nuovi operatori, o provocarne addirittura l’uscita dal mercato di alcuni di essi.
È adesso in corso di esame al Senato presso la nona Commissione permanente (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare) il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (DDL Concorrenza). La sopracitata Commissione ha approvato un emendamento al DDL Concorrenza riguardante le offerte di tipo Operator Attack seguendo le indicazioni dell’Antitrust.
Nel dettaglio si fa riferimento agli emendamenti 6.0.40 (firmatari i Senatori Pogliese, Amidei, Fallucchi e Maffoni) e 6.0.41 (firmatari i Senatori Bizzotto e Cantalamessa), approvati nella seduta del 24 Ottobre 2023 dalla Commissione del Senato.
Di seguito il testo degli emendamenti sopracitati in merito allo stop alle offerte Operator Attack:
«Art. 6-bis.
(Disposizioni in materia di obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza)
1. All’articolo 98-duodecies del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, è aggiunto il seguente comma:
“1-bis. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non applicano agli utenti finali requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza”.».
Tale emendamento è stato attualmente approvato in commissione. Non è però da escludere che prima di diventare legge la norma relativa alle offerte di tipo Operator Attack venga rimossa o che il testo in questione possa subire delle modifiche.
Il DDL Concorrenza, prima di diventare legge dovrà infatti attendere l’approvazione in aula dal Senato e poi il passaggio alla Camera, così da essere approvato da entrambi, come prevede l’apposito iter legislativo.
A cura di Emilio C.
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