Blackout e disservizi a Catania, ecco gli indennizzi previsti dalla delibera dell’ARERA
Il Movimento Consumatori APS ha dichiarato, in data 26 luglio 2023, che sono previsti, secondo quanto stabilito dall’Autorità per l’Energia Elettrica (ARERA), degli indennizzi per i consumatori, per i commercianti e per i gestori di attività commerciale del territorio catanese, colpiti dai lunghi e frequenti blackout.
Il territorio catanese, a causa del caldo record e della struttura della rete elettrica, è stato colpito da ripetute e prolungate interruzioni di fornitura di energia elettrica e acqua. La causa dell’interruzione di quest’ultima è da ricercare, secondo il gestore della rete elettrica E-Distribuzione, a uno stacco di energia sui pozzi gestiti dalla Sidra, società che ha in gestione l’acquedotto di Catania.
I disservizi hanno toccato non solo il comune di Catania, ma anche buona parte della sua provincia. Da segnalare, inoltre, i roghi avvenuti nella provincia di Palermo, seguiti, anche lì da interruzioni di energia elettrica e acqua.
La questione dei rimborsi a causa dell’interruzione di energia elettrica è gestita dalla Delibera n.172/07 sulla “Tutela dei clienti finali di energia elettrica interessati da interruzioni prolungate o estese” dell’ARERA, emanata nel 2007.
La delibera dà la definizione degli standard territoriali, ossia la durata dell’interruzione di energia elettrica senza preavviso, che, se sorpassata, dà diritto all’indennizzo. Si distingue tra grandi città con alta concentrazione (più di 50.000 abitanti), centri di media ampiezza con media concentrazione (tra 5.000 e 50.000 abitanti) e paesi e aree rurali con bassa concentrazione (meno di 5.000 abitanti).
Per le famiglie, lo standard da superare nel primo caso è 8 ore, nel secondo caso si devono superare le 12 ore, mentre nell’ultimo caso, 16 ore. Nel caso delle imprese, in bassa tensione lo standard rimane invariato, mentre in media tensione sarà di 4, 6 e 8 ore.
I rimborsi scatteranno automaticamente al superamento degli standard sopra esposti.
Per le famiglie è previsto un indennizzo di 30 euro, a cui devono aggiungersi 15 euro per ogni eventuale blocco di 4 ore di interruzione fuori dagli standard, fino ad una soglia massima di 300 euro.
Per i piccoli consumatori e le imprese con potenza inferiore o uguale a 100 kW saranno destinati 150 euro, più altri 75 euro ogni ulteriori 4 ore, fino ad un massimo di 1.000 euro.
I piccoli consumatori con potenza superiore a 100 kW, riceveranno 2 euro per ogni kW, più 1 euro a kW ogni 4 ore, fino alla soglia dei 3.000 euro.
Per le imprese con potenza superiore a 100 kW, in media tensione, sono previsti 1,50 euro per ogni kW e 0,75 euro a kW per ogni ulteriori 2 ore, fino ad un massimo di 6.000 euro.
I rimborsi si hanno, salvo regolarità con i pagamenti, in bolletta, sotto forma di detrazione forfetaria, dopo 60 giorni dall’interruzione o 210 giorni se la sospensione coinvolge più di 2 milioni di utenti.
Qualora l’indennizzo non venisse corrisposto nei tempi stabiliti, l’utente può farne richiesta al distributore entro 6 mesi dal momento dell’interruzione e l’azienda ha l’obbligo di versarlo o giustificarne il rifiuto entro 3 mesi.
I rimborsi sono a carico del Fondo Eventi Eccezionali, nel caso di forza maggiore, o del distributore di energia elettrica, qualora esso sia il responsabile dell’interruzione del servizio.
Per quanto riguarda i disservizi causati dall’interruzione di acqua, gli standard relativi alla qualità tecnica del servizio sono fissati sempre dall’ARERA.
Lo standard prevede un massimo di 24 ore per la durata della singola sospensione programmata, 48 ore massime per l’attivazione del servizio sostitutivo di emergenza, in caso di sospensione del servizio idropotabile e un minimo di 48 ore per preavvisare circa interventi programmati che comportano una sospensione della fornitura.
In caso di mancato rispetto degli standard, l’utente ha diritto ad un indennizzo automatico, compreso tra i 30 e i 90 euro.
A cura di Alfonso C.
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