Oggi, 19 Luglio 2023, l’AGCM, Antitrust italiano, ha annunciato di aver esteso il procedimento istruttorio per pratiche commerciali scorrette, avviato lo scorso 14 Giugno 2023 nei confronti dell’azienda dolciaria Balocco, anche alle società Fenice e TBS Crew, riconducibili all’imprenditrice, blogger, designer e modella Chiara Ferragni.
Sempre nella giornata di oggi, i funzionari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società coinvolte nella faccenda, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
L’istruttoria, in particolare, avviata poco più di due mesi fa, riguarda l’iniziativa commerciale denominata “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino”, promossa tra Novembre e Dicembre 2022, con la messa in vendita da parte delle società coinvolte di pandori Balocco limited edition “griffati” Chiara Ferragni.
In merito alla questione, secondo l’AGCM, i consumatori potevano pensare che, acquistando il pandoro a edizione limitata, potessero contribuire alla donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing.
Al contrario, era già stato deciso mesi prima del lancio pubblicitario del pandoro l’ammontare della cifra da dare in beneficenza, che quindi prescindeva dall’andamento delle vendite del prodotto promosso.
Per l’Antitrust italiano, sia nei comunicati stampa che sulle confezioni del pandoro, il modo in cui veniva presentata l’iniziativa poteva indurre in errore i consumatori, facendo leva sulla loro sensibilità per le iniziative benefiche a sfondo sociale.
Il bigliettino legato la confezione del prodotto, ad esempio, riportava: “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing“.
Il motivo del suddetto procedimento istruttorio per pratiche commerciali scorrette, dunque, sta nel fatto che i consumatori potevano essere indotti a credere, erroneamente, di contribuire all’iniziativa per l’acquisto di un nuovo macchinario per l’ospedale di Torino, mentre la cifra da donare era già stata prefissata indipendentemente dalle vendite del pandoro in questione.
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