In merito alla predisposizione della Legge annuale sulla Concorrenza 2023, l’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha comunicato al Governo alcune proposte di riforma concorrenziale, tra cui quella che prevede il divieto, nel settore della telefonia mobile, di effettuare offerte Operator Attack riservate solo ad alcuni operatori.
L’intento, a detta dell’Antitrust, è quello di fornire supporto tecnico agli organi di indirizzo politico sulle misure da adottare per promuovere l’evoluzione filo-concorrenziale del quadro regolatorio, per favorire l’eliminazione di quelle restrizioni che non risultino indispensabili per la tutela di rilevanti interessi generali.
Questa volontà è stata resa nota dall’AGCM lo scorso 10 Luglio 2023, a seguito della pubblicazione del bollettino settimanale numero 26/2023, dichiarando che le proposte arrivano in adempimento a quanto prescritto dall’articolo 47, comma 2, della legge 23 luglio 2009, n. 99, al fine della predisposizione del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza.
Questa legge rientra anche nell’ambito dell’attuazione del PNRR, tra i cui obiettivi vi è l’impegno di rispettare la cadenza annuale della legge sulla concorrenza.
In merito ai servizi di comunicazione elettronica, dunque, come spiegato anche dai colleghi di MondoMobileWeb.it, l’Antitrust propone al Governo l’obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza, con particolare riferimento alle offerte di telefonia mobile di tipo Operator Attack, ossia quelle commercializzate al di fuori del portafoglio standard degli operatori a chi richiede la portabilità del numero provenendo da determinati altri operatori.
L’AGCM specifica che si tratta di offerte “mirate” ai clienti degli operatori virtuali (MVNO) o a quelli entrati di recente nel mercato di riferimento (esclusi i clienti degli altri operatori), a cui vengono proposti prezzi più bassi o Giga aggiuntivi.
L’Autorità Antitrust, quindi, ritiene che l’utilizzo delle offerte Operator Attack può avere un “effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile, contribuendo a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali”.
Di seguito, la modifica proposta dall’Antitrust per vietare le offerte Operator Attack:
Si propone, pertanto, di apportare la seguente aggiunta all’articolo 98-duodecies – Non discriminazione (ex art. 99 eecc) – del d.lgs. 8 novembre 2021, n. 207:
“1. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non applicano agli utenti finali requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi che risultino differenti per ragioni connesse alla cittadinanza, al luogo di residenza o al luogo di stabilimento dell’utente finale, a meno che tale differenza di trattamento sia oggettivamente giustificata.
2. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non applicano agli utenti finali requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza”.
Nello specifico, l’Antitrust suggerisce al Governo di aggiungere al già esistente divieto di discriminazione previsto dall’articolo 98-duodecies del d.lgs. n. 207/2021, “Attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione)”, un comma sulla discriminazione, anche nelle condizioni tecnico-economiche, basate sul fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza.
Il 14 Luglio 2023 TelefoniaTech ha creato un sondaggio in cui la community iscritta al suo canale Telegram (ecco il link diretto) ha potuto esprimere la propria opinione in merito alla questione.
Il sondaggio ha ottenuto 251 voti, così divisi: il 63% è d’accordo con la proposta dell’Antitrust; il 31% non è d’accordo; il 5% non ha ancora preso una decisione, mentre l’1% non è interessato alla vicenda.
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