Durante la notte di lunedì 30 Gennaio 2023, nel piazzale della sede della Telecom Italia di via Val di Lanzo, a Roma, sono state date alle fiamme cinque auto che presentavano il logo Tim. Di queste, tre sono state distrutte mentre le altre due sono state danneggiate.
A poca distanza dal luogo in cui si sono verificati gli eventi, sono state ritrovate, inoltre, scritte contro il 41 bis. Qualche ora dopo, poi, gli anarchici hanno rivendicato le suddette azioni, pubblicando sui propri siti un messaggio in cui, oltre ad assumersi la responsabilità dell’attacco contro Tim, hanno espresso la loro solidarietà ad Alfredo Cospito, una delle figure di spicco del mondo anarchico torinese, e ad altri anarchici considerati “ostaggi” nelle galere dello Stato.
Di seguito, parte del messaggio pubblicato sul web dagli anarchici e ricondiviso da ANSA:
Nelle prime ore della notte di lunedì 30 gennaio abbiamo portato avanti un’azione incendiaria contro Tim. L’attacco è stato condotto introducendoci nel parcheggio di una delle sue sedi ed appiccando il fuoco a 5 veicoli. Tim collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici.
Che lo stato assassino e i padroni sappiano che questo è solo l’inizio e più che una minaccia è una promessa.
Cospito, in particolare, considerato uno dei leader della Fai (Federazione anarchica informale), è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi.
Cospito è stato accusato anche dell’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, che non ha causato né morti né feriti, ma per il quale la corte d’appello ha condannato l’anarchico a 20 anni di reclusione, con l’accusa di strage.
La Cassazione, però, ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio. Cospito, dunque, è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso Maggio 2022 per quattro anni.
Per questo motivo, da tre mesi egli è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare. Gli episodi di violenza e di manifestazioni non programmate che sono avvenuti negli ultimi periodi in città come Roma, Milano e Torino, quindi, sarebbero legate alla protesta per il carcere duro disposto nei confronti di Alfredo Cospito.
Sempre in merito alla questione, infatti, lo scorso 28 Gennaio 2023, l’agenzia di stampa precedentemente menzionata aveva riferito che alcuni cavi di un ripetitore di telefonia mobile erano stati incendiati sulla collina di Torino. Sul posto, era stata tracciata con vernice viola la frase “Fuori Cospito dal 41 bis“.
Nello specifico, le fiamme hanno danneggiato i cavi di un traliccio chiamato “Torre Bert“, utilizzato come ponte ripetitore da WindTre, Croce Verde Torino e altre società, le quali, di conseguenza, hanno subito dei disservizi.
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