TIM: clausola inflazione introdotta su altre offerte rete mobile dal 29 Gennaio 2023

In data 29 Gennaio 2023, TIM ha comunicato l’introduzione della clausola inflazione sulle nuove attivazioni di ulteriori offerte di telefonia mobile.

Come anticipato da MondoMobileWeb.it, adesso le nuove attivazioni delle offerte appartenenti alla gamma generazionale Young, Junior e Senior, alla gamma International, così come le offerte solo dati, convergenti (offerte mobili destinate ai clienti fisso TIM) e winback (ovvero le offerte destinate agli ex clienti Tim), le offerte Super Mobile Famiglia, opzione Famiglia e le opzioni destinate ai dipendenti prevedranno nel contratto l’inclusione della cosiddetta clausola inflazione.

Questa clausola, come già spiegato, porterà a un aumento annuale del costo mensile pari alla somma tra il valore dell’indice di inflazione (Indice dei Prezzi al Consumo, IPCA) rilevato dall’ISTAT, senza tenere conto di eventuali valori negativi, e un coefficiente di maggiorazione fisso del 3,5%.

L’aumento periodico annuale non può superare, nel complesso, il 10%. Inoltre la tariffa mensile verrà incrementata per la prima volta a partire dal 1° Aprile 2024.

I clienti coinvolti verranno informati, entro 15 giorni dalla pubblicazione del dato IPCA da parte dell’ISTAT, sia con un avviso sul sito ufficiale TIM che tramite un messaggio dedicato.

Di seguito ciò che viene adesso indicato nella descrizione dell’offerta da parte di TIM:

“Offerta soggetta ad adeguamento annuale dei prezzi: dal 1° Aprile 2024. Il costo mensile dell’offerta sarà incrementato annualmente in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, più un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. L’incremento complessivo non potrà superare il 10%”.

Per finire, TIM non considera l’introduzione della clausola come una modifica unilaterale di contratto soggetta a diritto di recesso, pertanto chiunque voglia disdire il contratto con l’operatore sarà soggetto alle penali previste.

Alcune associazioni dei consumatori hanno già iniziato a muoversi contro queste modifiche, persino inviando esposti all’antitrust, ma per adesso non si hanno novità pertinenti alla regolamentazione di questa nuova clausola.

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