Categorie: Reti e Copertura

Open Fiber: Mario Rossetti sugli investimenti per la copertura in fibra ottica in Italia

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Di recente, l’Amministratore Delegato di Open Fiber, Mario Rossetti, ha rilasciato un’intervista in cui si è espresso in merito ai lavori in corso per la copertura in fibra ottica delle aree bianche, grigie e nere del Paese.

Con oltre 100 mila chilometri di infrastruttura realizzata, Open Fiber ha investito in tale ambito 4,5 miliardi di euro di un piano dal valore di 15 miliardi, con l’intento di investirne altri due nel 2023.

Rispondendo a una delle domande presenti sull’inserto L’Economia, del Corriere della Sera di ieri, 28 novembre 2022, sui ritardi riguardanti la conclusione dei lavori di copertura (era prevista per la fine del 2022), Rossetti ha indicato quelle che secondo lui sono state le cause di tale proroga, ovvero la burocrazia italiana e la mancanza di manodopera specializzata nei cantieri.

Nonostante il ritardo strutturale ereditato, però, l’Amministratore Delegato ha dichiarato che nel 2022, con 20 mila chilometri di fibra costruita, verrà realizzato oltre il 50% di quanto fatto nei quattro anni precedenti.

Per portare la fibra ottica nelle aree nere del Paese, ha specificato Mario Rossetti, è necessario costruire 5,5 metri di infrastruttura per ogni unità immobiliare, mentre ne servono circa 13 per arrivare agli immobili nelle aree bianche.

Per realizzare la rete in 6.230 piccoli comuni, dunque, tramite il piano BUL, sono stati stanziati dei contributi pubblici, con i bandi aggiudicati da Open Fiber. Attualmente, sono stati stesi oltre 53 mila chilometri di rete su un totale di 88 mila chilometri.

Per quanto riguarda i problemi con la burocrazia, l’AD di Open Fiber ha affermato che, sì, i precedenti decreti sulle semplificazioni sono stati d’aiuto (come il decreto scavi, con cui è possibile utilizzare delle modalità semplificate per ottenere i relativi permessi), tuttavia, se i comuni ritardano con le autorizzazioni di scavo, i lavori per portare avanti il progetto restano comunque bloccati.

A tal proposito, Rossetti ha aggiunto che, per poter costruire la rete nelle aree bianche, sono necessarie oltre 100 mila autorizzazioni da parte dei diversi enti coinvolti a vario titolo nel progetto.

Sulla situazione attuale e sugli impegni per il 2022 sulle aree bianche, l’Amministratore Delegato di Open Fiber ha commentato in questo modo:

Alla fine dell’anno scorso, quando ho assunto la guida di Open Fiber, la società aveva portato la rete FTTH nel 42% delle aree bianche con 2.610 comuni completati su 6.232. Oggi, abbiamo 3770 comuni in FTTH chiusi pari a 3,5 milioni di unità immobiliari, significa il 43% in più da inizio anno.

Le unità immobiliari dove i servizi sono già attivi e vendibili sono invece 2,6 milioni. Nelle medie e grandi città dove investiamo come operatore privato il progetto è in gran parte completato, siamo a l’80% con oltre 8 milioni di unità immobiliari in vendibilità.

A giugno abbiamo condiviso un nuovo cronogramma con il Ministero dello Sviluppo Economico e Infratel, la società concessionaria per la rete in fibra, e siamo perfettamente in linea con gli obiettivi.

A fine anno arriveremo al 65% dello sviluppo complessivo della rete, con oltre 4 mila comuni completati, pari a 3,8 milioni di unità immobiliari. A queste vanno aggiunte quelle in via di realizzazione negli oltre mille cantieri aperti attualmente.

Rispetto al primo trimestre 2022, Mario Rossetti ha comunicato che, dalle circa 2.000 precedenti, adesso si contano 3.300 persone sui cantieri e che, con 20 mila chilometri di rete costruita nel 2022, Open Fiber finirà l’anno con un totale di circa 57 mila chilometri di rete.

Questi numeri, ha ufficializzato l’AD, consentiranno all’azienda di completare il piano BUL per le aree bianche nei prossimi 18 mesi, mettendo in sicurezza i fondi europei Fesr e Feasr, che scadono rispettivamente nel 2023 e nel 2024.

Nell’ambito del Piano Italia 1 Giga, Open Fiber ha vinto 8 lotti su 15, ha indetto gare di progettazione per oltre 170 milioni di euro ed è in fase di aggiudicazione del primo lotto lavori per oltre 750 milioni di euro. L’operazione ha un valore di circa 2,5 miliardi di euro, tra contributi pubblici del PNRR (70%) e investimenti privati.

Nonostante gli extracosti dovuti ai rincari delle materie prime e alla scarsità di manodopera, Rossetti è fiducioso del fatto che Open Fiber riuscirà a raggiungere gli impegni previsti dal bando.

Tornando al numero di operai, invece, l’Amministratore Delegato è dell’opinione che, anche se l’azienda ha aumentato il numero di persone impegnate sui cantieri (da 2 mila a più di 3 mila), ne serviranno almeno 4.000/5.000 in più per completare tutti i piani, tenendo in considerazione le aree grigie e nere del Paese.

Al fine di favorire la manodopera, Open Fiber ha deciso di offrire un incentivo a chi decide di lavorare per l’azienda pur provenendo da altri settori, dall’Italia o da altri Paesi dell’Unione Europea.

Oltre a ciò, è stato costituito un consorzio con Autostrade, con cui sono state assunte già 350 persone (si prevede diventino 600 entro la fine del 2022), e si stanno formando, insieme a diversi enti di formazione, decine di giovani che verranno assunti dal consorzio.

Mario Rossetti, in ogni caso, ritiene utile una razionalizzazione degli investimenti (visto il contesto macroeconomico, la scarsità delle risorse e l’aumento dei costi delle materie prime) e necessario l‘intervento del governo per poter affrontare strutturalmente la situazione (anche sulle decisioni da prendere per la rete unica).

Una volta completata la rete in fibra ottica in Italia, poi, l’AD di Open Fiber è dell’opinione che bisognerà ragionare con tutti gli operatori di settore su come favorire il suo utilizzo da parte di imprese e famiglie.

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