PostePay: segnalati addebiti non autorizzati e carte svuotate. Cosa fare se succede
Nelle ultime settimane, alcuni utenti PostePay hanno segnalato degli addebiti non autorizzati sulle proprie carte prepagate, apparentemente autorizzati da Google Play, il servizio di distribuzione digitale disponibile per i dispositivi Android.
Si tratta di micro addebiti da 4 o 5 euro ciascuno (solo in alcuni casi superano i 10 euro), che possono essere effettuati in maniera multipla anche nel corso della stessa giornata.
Secondo quanto dichiarato da DDay.it, alcuni utenti hanno dichiarato di aver ricevuto addebiti non autorizzati per una cifra complessiva di oltre 100 euro. Si specifica, comunque, che tali importi sono stati possibili a seguito delle disponibilità di denaro presente sulle carte dei diretti interessati.
Le segnalazioni dei clienti PostePay che sono stati coinvolti nella vicenda sono state effettuate sul social network Facebook, su Reddit.com e sul Google Play Store, tramite la sezione dedicata alle recensioni dell’app dell’azienda italiana.
Chiunque abbia registrato addebiti non autorizzati sulla propria PostePay, però, per poter avere diritto al rimborso, deve segnalare quanto accaduto direttamente alle Poste, che mette a disposizione online un apposito modulo (ecco il link diretto).
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In merito alla questione, gli utenti PostePay interessati hanno affermato di non aver mai effettuato acquisti tramite il servizio Google Play, così come di non aver cliccato su eventuali link ricevuti via SMS o email, che potrebbero averli reindirizzati a siti di phishing.
Questa, nello specifico, è un tipologia di truffa effettuata su Internet, che viene utilizzata dai malintenzionati per convincere le possibili vittime a fornire i propri dati personali, fingendosi degli enti affidabili.
Non sembrerebbero esserci differenze, infine, tra le carte emesse in passato e quelle più recenti, poiché anche queste ultime hanno registrato addebiti non autorizzati, facendo escludere, in questo modo, che tale fenomeno possa essere associato a dati diffusi in rete in precedenza e diventati oggetto di attacchi informatici.
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