L’anno appena trascorso è stato caratterizzato, anche a fronte di un maggior utilizzo della rete dovuto alle conseguenze della pandemia, da un ampio numero di crimini informatici registrati e contrastati dalla Polizia Postale.
A tal proposito, lo scorso 4 Gennaio 2021 proprio la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni ha pubblicato un resoconto degli illeciti rilevati durante 2020, riguardanti svariati ambiti come pedopornografia, revenge porn, cyberterrorismo, protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese, e-banking e ovviamente anche il phishing ai danni degli utenti.
Soltanto nel corso del primo semestre dell’anno è stato registrato un incremento del 600% del numero di email di phishing destinate a persone e aziende di tutto il mondo, la maggior parte delle quali incentrate su temi correlati al Coronavirus.
Nello Stivale sono state truffate 48 grandi e medie imprese, per una cifra complessiva superiore ai 25 milioni di euro, 15 dei quali già recuperati dalla Polizia Postale. Le indagini eseguite fino a questo momento, hanno portato all’arresto di 24 persone a fronte di 674 individui indagati.
Da tempo al phishing o pesca a strascico si affianca un’altra pratica simile, denominata smishing e per nulla sottovalutabile. Si tratta del tentativo di frode realizzato attraverso l’invio di messaggi a nome di enti affidabili e finalizzato a carpire i dati personali della vittima per scopi illeciti, come rubare denaro.
Il termine smishing scaturisce dall’unione delle parole “SMS” e “phishing“. Quest’ultimo identifica una particolare frontiera delle frodi informatiche che fa uso delle email per ingannare gli utenti della rete, convincendoli a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi anche in questo caso, un ente affidabile.
Un esempio di smishing potrebbe essere proprio quello realizzato a nome di Amazon durante il periodo delle festività natalizie.
Alcuni consumatori hanno infatti ricevuto sul proprio smartphone uno strano SMS, all’apparenza proveniente dal colosso dell’e-commerce mondiale, che notificando un ipotetico omaggio Amazon Prime, induceva il malcapitato a cliccare su un malevolo link.
Ecco l’SMS inviato ad alcuni utenti:
“Secondo avviso: Pasquale il tuo regalo di Amaz0n Prime è stato confermato. Puoi ritirare i tuoi regalo qui: […]”.
Inutile dire, come al solito, che si è trattato di un’azione portata avanti da dei cybercriminali finalizzata ad ingannare le povere vittime e che Amazon non ha assolutamente nulla a che fare con l’accaduto.
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Tornando al report, la Polizia di Stato ha esaminato 126 casi di revenge porn, che hanno portato all’arresto di 59 persone, e 636 casi di sextortion, con 36 persone denunciate ed una arrestata. Relativamente allo stalking e ai reati di minacce e molestie (anche commesse tramite social network) invece, i casi trattati sono stati, rispettivamente, 143 e 1001.
Il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online ha osservato un incremento del 110% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dei reati riguardanti lo sfruttamento sessuale e l’adescamento di minori.
Sul fronte della protezione delle infrastrutture critiche, il Cnaipic ha segnalato l’aumento del numero di attacchi destinati alle strutture sanitarie del Paese. Sono stati 507 gli episodi rilevati nel corso del 2020, contro i 239 del 2019.
Il bilancio evidenzia anche un significativo incremento delle segnalazioni inerenti al cyberterrorismo e riguardanti la presenza di contenuti vietati all’interno di spazi web. Gli organi competenti si sono attivati anche in tal senso, rimuovendo un numero importante di contenuti inneggianti alla jihad.
Il trend generale è in aumento e mai come oggi vige la necessità di fare attenzione a quando si naviga in rete. La Polizia di Stato dal canto suo, come sempre, continua ad impegnarsi nell’azione di prevenzione e contrasto di attacchi informatici e nella sicurezza e la libertà personale di adulti e ragazzi su web e social.
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