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TikTok, procedimento Garante per la Privacy: a rischio la sicurezza dei minori

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Il Garante per la Privacy ha avviato prima di Natale 2020 un procedimento istruttorio contro il social network TikTok, da tempo al centro di numerose polemiche riguardo la privacy e la sicurezza dei dati di milioni di utenti.

TikTok è ancora nel mirino per quanto riguarda la sicurezza degli utenti e la destinazione del trasferimento dei dati personali raccolti, dopo la travagliata vicenda del suo ban negli Stati Uniti d’America, dove il futuro del social network è ancora incerto.

Al centro delle violazioni segnalate dal Garante, rientrano impostazioni predefinite non rispettose della privacy, poca trasparenza nelle informazioni prese dagli utenti, ma soprattutto scarsa attenzione alla tutela dei minori e un’eccessiva facilità nell’aggirare il divieto di iscrizione per i più giovani.

In seguito al procedimento avviato dal Garante per la Privacy, la compagnia di sviluppatori ByteDance avrebbe 30 giorni di tempo per chiedere un’udienza o per inviare eventuali memorie difensive.

Come segnalato dal Garante, l’istruttoria è stata avviata nonostante già sia in corso un’attività da parte del Comitato che riunisce le Autorità Europee, vista l’impellenza della tutela dei dati degli italiani e soprattutto l’incolumità dei minori.

Il regolamento di TikTok non farebbe inoltre chiarezza sulle tempistiche riguardo alla conservazione dei dati, ma rimangono indefinite anche le motivazioni di raccolta e le modalità impiegate dal social network per l’anonimizzazione degli stessi.

La mancanza di informazioni riguarderebbe, secondo il Garante, anche il trasferimento dei dati in Paesi esterni all’Unione Europea, dal momento che non sarebbe specificata la società verso la quale verrebbero inviati, né tantomeno l’adeguatezza alla normativa europea per la privacy dei Paesi riceventi i dati.

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Il Garante ha poi sottolineato che TikTok preimposta il profilo di ogni utente come “pubblico”, esponendolo ad una visibilità totale nei contenuti pubblicati, andando contro la normativa sulla protezione dei dati, che prevede la possibilità di scegliere se rendere o meno accessibili i propri dati personali a un numero indefinito di altri utenti.

Il social network inoltre, secondo quanto riportato, permetterebbe troppo facilmente di eludere il divieto di iscrizione per i minori di 13 anni, che risulta aggirabile semplicemente inserendo una data di nascita falsa.

Le norme italiane sulla privacy, riporta l’Autorità, prevedono infatti il consenso da parte dei genitori per tutti coloro che non abbiano compiuto 14 anni di età, necessario all’iscrizione sui social network, non contemplato in fase di attivazione di un account TikTok.

Il regolamento generale del social network non riporta poi alcuna considerazione specifica riguardo i minori, quando questi necessiterebbero di una sezione dedicata, caratterizzata da un linguaggio più semplice, e con un avviso più evidente dei potenziali rischi ai quali si viene esposti.

La vicenda di TikTok continua quindi anche in Europa, dopo che lo scorso Agosto 2020 il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump aveva lanciato un’ordine esecutivo che prevedeva restrizioni da applicare a ByteDance, riguardo la distribuzione della sua applicazione sul territorio americano, con l’ulteriore accusa di inviare i dati dei cittadini statunitensi al governo cinese.

Dopo essere stato rimandato e ritardato numerose volte, il ban dell’applicazione è stato fermato tramite un’ingiunzione preliminare da parte di un giudice americano, contestata però da parte del Dipartimento del Tesoro degli USA, che ha lasciato nuovamente il futuro del social network nel buio.

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