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Chili chiarisce il suo ruolo nel progetto sulla piattaforma digitale italiana della cultura

Chili, lo scorso sabato 12 dicembre 2020, ha deciso di chiarire il suo ruolo in merito al progetto che vede la realizzazione di una piattaforma digitale italiana della cultura, insieme a Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

A detta sua, infatti, l’azienda italiana ha ritenuto di dover effettuare delle precisazioni a seguito di “notizie non vere e fuorvianti” riportate nel web negli ultimi giorni.

A tal proposito, dunque, Chili ha sottolineato di essere una società finanziata interamente da privati, ovvero persone fisiche, fondi d’investimento e società che operano nel suo stesso mercato di riferimento.

I finanziamenti, fin dalla sua nascita (2012), sono stati utilizzati al fine di creare una piattaforma, con possibilità di crescita internazionale, in grado di generare un adeguato ritorno economico nel tempo.

Proprio per questo, Chili ha precisato che, così come altri players che operano nel suo stesso mercato, è necessario sostenere delle perdite durante i primi anni di attività prima di poter raggiungere un completo livello di redditività. Nonostante ciò, comunque, l’azienda afferma che il suo livello di indebitamento finanziario è minore rispetto a quanto indicato recentemente dalla stampa.

Chili ha precisato, inoltre, di essere sotto il controllo di Negentropy, società fondata da Ferruccio Ferrara, e dai fondi di investimento gestiti dalla stessa. La sua gestione, invece, fin dal 2012 è affidata a Giorgio Tacchia, nonché fondatore, CEO, Presidente del CDA ed azionista di Chili.

Viene precisato, poi, che Stefano Parisi, cofondatore nel 2012, è attualmente un azionista di minoranza e che dal 2016 non ha ruoli operativi nella società e non fa parte del consiglio di amministrazione.

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Chili

In merito alla costituzione di una joint venture con CDP per la realizzazione di una piattaforma digitale italiana della cultura, Chili ha precisato di aver partecipato nel mese di agosto 2020 ad una gara insieme ad altri players di mercato (pubblici e privati, italiani e non), tramite la quale è stata selezionata come partner industriale del progetto.

Al fine di realizzare questa joint venture, sono stati approvati in parlamento 10 milioni di euro, che, secondo quanto affermato da Chili, verranno trasferiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT) a Cassa Depositi e Prestiti e non all’azienda italiana.

In merito alla questione, si ricorda, inoltre, che la nuova società, realizzata per la gestione della futura piattaforma digitale, è controllata per il 49% da Chili e per il 51% da CDP.

L’idea di creare una piattaforma in grado di distribuire l’arte e la cultura italiana nel mondo, la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti come azionista di maggioranza, il supporto delle Istituzioni al progetto e le possibili opportunità di mercato dell’iniziativa, hanno spinto, dunque, gli azionisti di Chili ad investire nel progetto 9 milioni di euro, includendo, inoltre, tecnologia, cassa e le competenze del management.

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