Il parlamento turco ha approvato, in data 29 Luglio 2020, una legge che consentirebbe al governo di avere un maggior controllo sui contenuti delle piattaforme social online.
Infatti, già dal mese di Aprile 2020, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha cercato di introdurre l’emendamento, proponendone una bozza insieme alle misure economiche per il Covid-19.
Quella approvata in questi ultimi giorni di Luglio 2020 ne è una revisione e interessa soprattutto i colossi del web con più di un milione di utenti attivi al giorno come Twitter, Facebook e Youtube.
Dopotutto già nel 2019 la Turchia compariva al secondo posto nella graduatoria globale di Twitter per i paesi con il maggior numero di segnalazioni effettuate per rimuovere dei post pubblicati.
In dettaglio la nuova legge prevede che i principali Social Media abbiano delle sedi all’interno dello stato turco e impone dei limiti temporali per rispondere alle richieste di cancellazione e oscuramento dei contenuti segnalati.
L’intervallo temporale indicato è di 48 ore per gestire una richiesta e 24 ore per rimuovere un contenuto su ordine dei tribunali.
In caso di inosservanza delle nuove norme, le compagnie vedranno o un blocco delle campagne pubblicitarie oppure delle restrizioni nella banda con conseguente accesso al web ridotto del 90%.
La facilità con la quale la proposta è stata accolta è anche frutto della coalizione tra il partito presidenziale di Giustizia e Sviluppo (AKP) e il partito d’Azione Nazionale (MHP), che costituiscono insieme la maggioranza parlamentare.
Le associazioni per i diritti umani come Human Rights Watch (HWR) sono preoccupate per via della riduzione della libertà di espressione e di informazione in seguito all’approvazione della legge, soprattutto per un paese dove la censura è già abbastanza pressante, rischiando, come affermato dal vicepresidente di HWR Tom Porteous, di arrivare ad un’autocrazia costruita sul silenzio dei media, i quali costituiscono uno dei mezzi principali di informazione.
Il governo turco si giustifica sostenendo che la legge è necessaria sia contro il cybercrime che per proteggere gli utenti dalle fake news.
Con il pretesto di voler salvaguardare la privacy dei cittadini, la nuova legge impone anche che i dati degli utenti vengano salvati in server locali.
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